
Di Manuela Costa
Ciao amiciii, sono appena arrivata a Puerto Montt, cittadina da cui parte la Carretera Austral, ossia la Ruta 7 che attraversa la Patagonia cilena. Prendo il mio primo taxi collettivo e raggiungo Nora in ostello; l’ambiente è accogliente e la vista è molto bella, nonostante il cielo cupo. Qui fa freddino!

Questa cittadina portuale, non molto turistica, è il punto di partenza per chi come noi ha deciso di intraprendere questo “cammino naturalistico”, ricco di parchi, montagne, vulcani, fiumi e laghi.

Ci restiamo due giorni per motivi logistici ma consiglio di fermarvi qui solo una notte. Visitiamo la più nota Puerto Varas, paesino a circa a 20 km che non ci entusiasma più di tanto. Facciamo una lunga passeggiata costeggiando il lago, ci godiamo la vista delle montagne innevate, visitiamo un mercatino pieno di manufatti di lana coloratissimi e rientriamo alla base per pianificare il viaggio.

Avremmo dovuto scegliere tra l’isola di Chiloe’ e il percorso via terra verso sud invece accettiamo l’invito di Matteo, un ragazzo fiorentino conosciuto sul pullman da Santiago. Mi racconta di aver comprato delle fattorie su un’isola di trenta abitanti, dove si conduce una vita semplice. Entusiasta lo propongo a Nora a cui piace l’idea, quindi? Prossima meta: Isla Tabon!

Che posto fantastico, dove la natura predomina su tutto. Distese di verde che si riversano sul mare, una sola strada sterrata e piccoli sentieri per raggiungere le poche case sparse sull’isola.

Sono molto spartane, un mix di pannelli in legno e lamiere. Ci sono mucche ovunque, gabbiani e molteplici specie di uccelli.Non sono animali diversi da quelli che abbiamo in Italia ma qui fanno un effetto diverso. Come i colori di quest’isola: meravigliosi!

Visitiamo quasi tutta l’isola che presenta una forma insolita. Per raggiungerne una parte dobbiamo fare una traversata di pochi minuti su una piccola barchetta messa a disposizione per gli abitanti da un’impresa che si chiama “Caronte”. Quando lo scopro scoppio a ridere. Per chi non lo sapesse la Caronte è la compagnia di traghetti che collega la Calabria alla Sicilia. Ma qui in comune oltre al nome c’è solo il mare!

Staremmo qui in relax anche un mese ma dobbiamo proseguire fino alla fine del mondo, alla città di Ushuaia, e la strada è lunga Con molta fatica riusciamo a cucinare due piatti commestibili (siamo entrambe una frana ai fornelli!) quindi mega cena finalecon spaghetti, insalatona, formaggio del luogo e poi a nanna presto che la sveglia è alle sei.

Torniamo a Calbuco, cittadina portuale molto carina su cui si affacciano tante piccole isole semi deserte, simili a quella da cui siamo andate via a malincuore.

Ma ci aspettano un sacco di avventure e di altri posti suggestivi da vedere. Siamo dirette all’isola grande di Chiloe’. Perdiamo le coincidenze dei bus masenza scoraggiarci siamo pronte per il nostro primo autostop. E dopo una ventina di minuti ecco che un simpatico cileno di mezza età ci carica sul suo camion. Era il suo ultimo giorno di lavoro: que suerte!

Raggiungiamo Castro, famosa per le sue palafitte, dove sosteremo due notti.

È abbastanza movimentata; nella zona portuale c’è una grossa fiera dell’artigianato, molti ristoranti e strutture ricettive. Noi optiamo per una da cui ci possiamo godere il panorama.

Siamo un po’ stanche dal viaggio quindi restiamo in zona; giriamo per cercare qualcosa da mettere sotto i denti e troviamo un pub caratteristico. Siamo affamate e con un mega panino accompagnato dalle patatine rustiche tipiche del posto facciamo il nostro tanto atteso pranzo intorno alle sei del pomeriggio.

Siamo d’accordo nel fare la nostra prima uscita serale ma la stanchezza prende il sopravvento e crolliamo! Il giorno dopo siamo cariche di energie per perlustrare l’isola. Prendiamo qualche info in giro, compriamo qualcosa da mangiare, incluse due deliziose foglie alla crema, e dalla piazza raggiungiamo il terminale dei bus. La chiesa è molto particolare, viola e gialla.

Prima destinazione scelta è Huillinco: si parteeee! È una piccola comunità di una ventina di case che si affaccia sul lago. Qualche foto, una passeggiata con i piedi a mollo e autostop.

Non si ferma nessuno ma passa un bus dopo poco. Percorriamo più di mezz’ora una strada sterrata che sembra non avere via d’uscita: termina infatti con il parco “Muelle de las almas”.

È piacevole il tragitto e stranamente rilassante ilmovimento sussultorio di questo vecchio minibus! Arrivateall’entrata respiriamo già piena natura. Il percorso sotto il sole èun po’ faticoso ma ne valeva la pena!

Al ritorno facciamo sosta in un festival tipico cileno e mi intrufolo tra i ballerini del gruppo folkloristico per fare due salti. Che divertente! Non resto molto soddisfatta del cibo. Ci sono le solite empanadas che non mi fanno impazzire al contrario della chorrillada, un mix di carne e verdure servite su una montagna di patate fritte: sette mila calorie!

Che giornata piena amici. Ma era già l’ultima su questa grande isola che avrebbe avuto bisogno di almeno una settimana per essere scoperta tutta. Ma abbiamo ancora tanta strada da fare e ci aspetta una bella traversata in mare di cinque ore. Sembra di passare con la nave in mezzo alle imponenti montagne.

Ci raggiunge Alex, un giovane inglese, conosciuto da Nora a nord e incontriamo il giapponese che alloggiava nel nostro stello ostello a Puerto Montt. Sta facendo il percorso in bici e, come lui, tanti altri sono in giro per il mondo da mesi e mesi. Persone sconosciute con cui condivido la passione di viaggiare!

Ciao amici, ciao Chiloe’: ci vediamo a Chaiten!