Persefone

A cura di Tamara Barbarossa

Persefone si è persa nel confortante e protettivo abbraccio materno di
Demetra, ne sono certa, me lo indicano gli interi campi di asfodelo che
ella ha portato con sé dal regno di sotto, quell’altro regno, quello dei
morti. Continuo a camminare attraverso sentieri interamente recintati da floreali scettri di re, ti accorgi subito che si tratta di una pianta
dalla potenza superiore, per il suo modo di imporsi sul resto della
vegetazione. Decine e decine di api ci danzano intorno, piccole ninfe
devote, intente in rituali di vita e fertilità. Mi volto come richiamata
da una vivida immagine di Persefone, la dea dalle caviglie sottili, che,
semidistesa sul prato, col suo portamento divino, è intenta ad
intrecciare coroncine di fiori d’asfodelo. Ne indossa una di giorno e
una la notte, senza contare quella per le occasioni speciali, la stessa
che ieri ha portato sul capo, il giorno dell’equinozio, nel momento in
cui ha fatto il suo ingresso nel regno di sopra. Osservo questi fiori
irti e gentili, invadenti ma non ingombranti, eppure capaci ugualmente
di prendersi tutto lo spazio ed il tempo… ma qualcosa mi turba,
qualcosa manca all’appello dei miei cinque sensi. Ci rimugino sopra per un pò e sgrano la lista come fosse un rosario: gradevoli alla vista, le
api ne vanno ghiotte e sò per certo che i suoi tuberi sono talmente
nutrienti, tanto che, in altri tempi, salvarono molte vite dalla
carestia. Storco un pò il naso, muovo le narici prima a destra e poi a
sinistra e, a meno che l’olfatto non m’inganni, non percepisco alcun
profumo. Allora mi chino su di loro ed è vero, nessuna fragranza stimola il mio olfatto, comprendo perché, nella casa di Ade, sopra i famosi campi di asfodelo citati da Omero, si attardino soltanto quelle anime che in vita non sono state né buone né cattive.

Il suo nome in greco significa “luogo in assenza di cenere”, nonostante
questa pianta possa anche essere arsa dal fuoco, sopravvive. Lei
sopravvive perché il suo tubero, il suo cuore pulsante, è custodito lì,
nel grembo della Madre Terra.

@__rosmarina __

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