KINTSUKUROI L’arte giapponese di curare le ferite dell’anima

di Carmen Silvestri

Titolo originale

Kintsukuroi. El arte de curar heridas emocionales

Autore Tomás Navarro

Giunti Editore

Autore 

Tomás Navarro è uno psicologo che ama le persone e ciò che pensano, sentono, fanno. È il fondatore di un centro di consulenza per il benessere emotivo. Attualmente lavora alla scrittura di testi specialistici, tiene attività di coaching personale e professionale, consulenze e conferenze. Vive tra Girona e Barcellona. 

Per ulteriori informazioni, visitate: www.tomasnavarro.es

 

Trama 

«Il Kintsukuroi è l’antica arte giapponese di riparare le ceramiche frantumate. Quando un vaso va in mille pezzi, i maestri artigiani del Kintsukuroi ne raccolgono i frammenti e li saldano, riempiendo le crepe sottili con pasta d’oro o d’argento. Non nascondono le fratture, ma le esaltano, poiché considerano che un vaso riparato mostri tanto la fragilità quanto la forza di resistere. In questo sta la vera bellezza.

 

L’incontro con questa pratica tradizionale giapponese, la filosofia zen e la psicologia occidentale produce un modo nuovo di guardare gli oggetti che ci circondano, così come noi stessi, rispettandone la fragilità, le cicatrici, i segni del tempo. Siamo ciò che siamo perché siamo stati ciò che siamo stati.

 

Tomás Navarro, con gentilezza, ci insegna ad applicare l’arte del Kintsukuroi  alle nostre vite, fornendoci tutti gli strumenti per diventare maestri nella cura delle nostre ferite: solo così impareremo a ricomporre le fratture dell’anima e a fare di noi stessi creature sempre più forti e preziose.

 

Una guida per imparare a trasformare le avversità in vere opportunità per diventare più resistenti, più interessanti, più belli.»

 

Ma prima di cominciare, una bellissima introduzione all’argomento trattato: Il sogno di Sokei.

In realtà è più di una introduzione perché il sogno di Sokei farà da introduzione ai singoli capitoli.

 

Sokei era un allievo di Chojiro, uno dei migliori ceramisti di Kyoto. Vi erano trenta palline di creta e Sokei aveva trascorso l’intera mattinata, in silenzio, cercando tra le palline di creta quella perfetta perché «La differenza tra l’ordinario e lo straordinario risiede nella minuziosità del dettaglio, e Sokei era deciso a creare qualcosa di unico.»

L’anima di Sokei entrò in contatto con quella della pallina di creta, con la sua storia e con il viaggio che aveva compiuto fino ad arrivare tra le sue mani.

 

Era un momento molto speciale, e Sokei sapeva di dover mantenere sereni il corpo, la mente e l’anima.

Cominciò a lavorare la creta per farne una ciotola. La concentrazione era tale da perdere la nozione del tempo e dello spazio. Esistevano solo lui e la sua ciotola. Una ciotola semplice, austera, perché la bellezza sta nella semplicità. Quella ciotola era una proiezione della sua anima, della sua vita. 

Poi arrivò il momento di infilarla nel forno, e per finire in un recipiente con i trucioli di legno.

 

«Sokei contemplava tutto il processo con l’euforia trattenuta di chi è testimone diretto della nascita di qualcosa di unico.»

 

Quando potè avere tra le mani il risultato del suo lavoro e del suo amore, era così bello che ebbe un sussulto. Sentì sul collo il fiato di Buruburu, il fantasma della paura. E la ciotola cadde a terra rompendosi.

 

Sokei si inginocchiò accanto ai cocci e pianse.

 

«Non piangere, Sokei» disse Chojiro.

«Ma è la mia vita. Come posso non piangere?» rispose l’allievo.

«Fai bene a dedicare tutta la tua vita e la tua passione alla tua opera, però la ceramica è bella e fragile, proprio come la vita. La ceramica e la vita possono rompersi in mille pezzi, ma non per questo dobbiamo smettere di vivere intensamente […]. Quello che dobbiamo fare non è evitare di vivere, ma imparare a ricomporci dopo le avversità. Raccogli i cocci, Sokei, è arrivato il momento di aggiustare le tue illusioni. Ciò che è rotto può essere ricomposto e, quando lo farai, non cercare di nascondere la sua apparente fragilità giacché si è trasformata ora in una forza manifesta. Caro Sokei, è arrivato il momento che ti spieghi una nuova tecnica, l’arte ancestrale del Kintsukuroi, perché tu possa ricomporre la tua vita, le tue illusioni e il tuo lavoro. Vai a prendere l’oro che custodisco nella cassetta sull’ultimo scaffale.»

 

Quando un oggetto di ceramica si rompe, non si getta via, al contrario, i maestri kintsukuroi lo riparano con l’oro lasciando in vista la riparazione poiché un’opera ricostruita è simbolo di fragilità, ma allo stesso tempo di forza e bellezza. 

La ceramica è fragile, forte e bella come le persone. Allo stesso modo anche la nostra vita può rompersi, ma si più ricomporre, se sappiamo come fare.

 

In questo libro l’autore espone un metodo studiato per guarire le ferite emozionali.

 

Il libro è suddiviso in tre parti principali.

 

La prima parte è dedicata alla comprensione del ruolo che le difficoltà hanno nella nostra vita, come reagiamo davanti ad esse e quali conseguenze hanno sulla nostra esistenza e sulla nostra salute. Cosa ci fa soffrire? Qual è l’origine del dolore emozionale? Come reagiamo di fronte alle avversità?

 

Nella seconda parte del libro l’autore spiegherà in cosa consiste l’arte di ricomporre la vita. È tempo di raccogliere i cocci. Abbiamo bisogno di un perché. Questo è un compito che spetta a noi. La ragione per iniziare a raccogliere i cocci della nostra vita, il motivo per cui ci svegliamo la mattina. Dobbiamo cercare il nostro ikigai(per approfondire il concetto di ikigai, vi ricordo la mia recensione del mese di giugno IKIGAI. Trovare il senso della vita per essere felici).

Dobbiamo entrare in contatto con la nostra forza emozionale. 

 

Nella terza parte ogni capitolo comincia con una storia tratta dalla vita reale, seguita dai punti chiave per poter far fronte in modo efficace alla situazione descritta. Sono casi reali e purtroppo frequenti: riprendersi dopo un licenziamento, ricomporre l’amore, ritrovare l’entusiasmo, sono solo alcuni dei casi affrontati.

 

«Ho deciso di confrontarli e condividerli con voi perché, se un giorno vi troverete in situazioni simili, se le state già affrontando o volete aiutare qualcuno a farlo, avrete una guida a consigliarvi e ispirarvi.»

 

Per l’autore è fondamentale spiegare sempre il come. Non basta suggerire cosa fare, ma come farlo. Kintsukuroi lega casi reali a soluzioni reali «per offrire una guida che permetta al lettore di lavorare in maniera autonoma.» Una risorsa a cui attingere in caso di necessità per rimettere in sesto la nostra vita «senza perdere rigore né efficacia.»

Con un triplice obiettivo: 

1- aiutarci a comprendere che ciò che ci sta capitando è frequente, non siamo casi isolati e non è colpa nostra e se non riusciamo a superarlo non è a causa della nostra inettitudine. Solo ciò che si comprende si può superare

2- aiutarci a mostrare alle persone vicine ciò che ci accade perché è in quei momenti che abbiamo bisogno di una dose maggiore di comprensione e sostegno

3- offrirci gli strumenti adeguati per «superare le avversità e ricostruire la vostra vita come un autentico maestro Kintsukuroi.»

 

«Ciò che è rotto può essere ricomposto e, quando lo farai, non cercare di nascondere la sua apparente fragilità giacché si è trasformata ora in una forza manifesta.»

 

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