
Parlare di separazione non è mai facile e ogni opinione può risultare scontata, insensibile e indelicata.
Credo che sia un tema molto personale e soggettivo: non l’ho vissuto sulla mia pelle ma indirettamente ho assistito come triste spettatrice a separazioni di amici e conoscenti.
Non mi voglio focalizzare sui motivi che portano due persone che in passato si sono vissute, scelte, amate (magari al punto da voler mettere al mondo dei figli) a dividere le loro strade, perché ogni storia è a se stante e le storie d’amore possono finire, purtroppo.
Voglio piuttosto concentrarmi sulla difficoltà di affrontare un passo simile quando la coppia non è formata solo da moglie e marito ma ci sono anche dei figli, con cui si è formata la famiglia. La “Famiglia” su cui i figli fondano le proprie sicurezze sin da piccini.
Come spiegare al proprio figlio che avrà due case, che non potrà più stare insieme a mamma e papà contemporaneamente, che esiste un decreto del tribunale che regola e stabilisce giorni e weekend in cui starà con la mamma o il papà?
Dal mio punto di vista credo sia fondamentale:
1) Essere profondamente sinceri con i propri figli perché sono piccoli ma non stupidi: ascoltano, vedono e capiscono tutto
2) Mettere davanti a tutto e tutti il bene dei nostri bambini
Farsi la guerra con piccoli o grandi sgarbi per recuperare la propria dignità, tirare in mezzo avvocati, organizzare vendette e rivalse serve solo a tirare fuori la parte peggiore di noi e non ci aiuterà a stare meglio..anzi, peggiorerà ancora di più la situazione, distogliendoci dalla cosa più preziosa che c’è e ci sarà sempre..i nostri figli!
E’ fondamentale ricordarsi quali sono le nostre priorità da quando li abbiamo messi al mondo.. sono LORO..e in noi deve scattare quel senso di protezione che non ci abbandonerà mai e che ci fa mettere la loro felicità davanti a ogni cosa. Con rispetto, maturità e sensibilità penso sia possibile chiudere una storia senza utilizzare i figli come capri espiatori o come strumento per far soffrire gli ex.
Questo è solo il mio modesto parere e sono consapevole che attorno a questa situazione ci possano essere tremila varianti tali per cui procedere come sopra sia difficile e complicato.
Come sempre mi sento di consigliare un libro da regalare a un bambino che sta affrontando un momento così delicato.
Questo è ideale per bambini a partire dai 9 anni e ritengo possa essere d’aiuto per trovare conforto e comprensione.
DUE PER UNO di Guido Sgardoli, Collana “Colibrì” di Giunti Editore
Alvise detto “Alvi” abita con mamma e papà ma improvvisamente i due iniziano a non andare più d’accordo come un tempo, passano più tempo a litigare che a sorridere, e i loro sguardi una volta così complici perdono la luce che li contraddistingueva. La situazione è sempre più difficile da sostenere tant’è che il papà inizia a dormire sul divano, cercando di tenerlo nascosto ad Alvi: il bambino però si accorge presto della verità..nel libro leggiamo i suoi pensieri seguendo tutte le vicissitudini pratiche e psicologiche che accompagnano una separazione. Grazie al gatto Saetta, alla bidella che lo aiuta a far passare il mal di pancia con un po’ di magia e a tante conversazioni con mamma e papà Alvi cresce e impara a convivere con la nuova situazione: si rende conto che “anche se le persone hanno dei problemi o non vanno d’accordo e vedono le cose in modo diverso, possono parlare e spiegarsi e comportarsi bene le une con le altre, e volersi ancora bene”.
“Essere figli di due genitori che non stanno più insieme è un mestiere davvero difficile. Bisogna stare molto attenti a quello che si dice, a chi lo si dice, a quello che si fa, a dove lo si fa. A volte sarebbe bello sparire e non essere causa di nessuna discussione, di nessuna telefonata sostenuta, di nessun battibecco inutile. E poi, si diventa protettivi. Se sento che papà comincia a prendersela con mamma, anche solo per scherzo, mi metto a difenderla a spada tratta. Allo stesso modo, se a mamma scappa qualche commento sarcastico su papà, ecco che mi inalbero e le proibisco di continuare. E a guai a chi a scuola parla male dei miei genitori.”
Articolo a cura di Sabrina Di Salvo
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