
di Sabrina Di Salvo
Conosco Silvia da quando sono nata. Le nostre nonne ci facevano giocare insieme nel box, siamo cresciute fianco a fianco combinandone di cotte e di crude e per me è come una sorella. Scuole diverse, compagnie diverse, interessi diversi..eppure siamo sempre state inseparabili, tant’è che spesso ci confondevano. Con il passare degli anni abbiamo affrontato tutto ciò che la vita ci ha regalato: gioie, dolori, lauree, matrimoni, lutti, malattie, nuovi lavori, nascite. A proposito di “nascite” una delle gioie più grandi è stata quella di ricevere la notizia che sarebbe diventata mamma nel giro di pochi giorni: non una “mamma di pancia” ma una “mamma di cuore”, perché finalmente aveva ricevuto la chiamata dal Tribunale, dopo svariato tempo dalla domanda d’adozione. Credo che la sua esperienza possa essere utile a tutti quelli che vogliono approfondire il tema o ne sono toccati personalmente e così ho deciso di intervistare Silvia, la mia migliore amica.
Ciao, puoi presentarti brevemente ai nostri lettori?
Ciao mi chiamo Silvia ho 37 anni e lavoro come assistente sociale in un comune. Sono sposata con Marco da 10 anni e abbiamo un bimbo di 18 mesi di nome Edoardo.
A che punto della vostra vita e perché avete deciso di adottare un bambino?
La nostra decisione di adottare è frutto di un percorso molto lungo sia personale che di coppia. Noi sapevamo da sempre di non poter avere figli biologici e che l’adozione fosse una possibilità per noi, ma tra conoscere la teoria e il prenderne coscienza c’è molta differenza.
Abbiamo quindi deciso di adottare dopo circa 8 anni di matrimonio (ndr la legge italiana consente di presentare domanda dopo tre anni di matrimonio oppure due anni di convivenza stabile più un anno di matrimonio)
Quali sono gli aspetti burocratici di cui tenere conto?
Le voci che si sentono sulle pratiche di adozione sono quasi tutte del tipo “Adottare è faticoso.. I tempi sono lunghissimi.. Si aspetta per anni senza risposta ecc ecc”.
Per la nostra esperienza possiamo dire che la burocrazia del percorso adottivo è corposa ma per noi è stata snella nei suoi passaggi e puntuale sulla tempistica. Bisogna però riconoscere che anche se la legge detta i tempi (ad esempio sulla valutazione psicosociale della coppia), ogni territorio adotta le più svariate modalità di conoscenza e valutazione della coppia genitoriale.
In sintesi: la domanda di adozione (sia per l’adozione nazionale sia internazionale) dev’essere presentata presso il Tribunale per i minorenni di riferimento in base alla residenza, corredata da una serie di documenti sia personali sia clinici. La domanda viene inserita in un fascicolo con un numero di registro (potete scoprire qualsiasi tipo di passaggio del fascicolo grazie all’App della giustizia civile) e viene inviata ai servizi territoriali (che di solito sono consultori o ASL) la richiesta di valutazione psicosociale della coppia genitoriale. La valutazione dovrebbe essere redatta, condivisa con la coppia e inviata al Tribunale dei Minori entro 4 mesi.
A questo punto le strade si diversificano in base alle domande presentate; per l’adozione nazionale non serve null’altro e inizia un periodo di attesa per una chiamata a colloquio con un giudice onorario e per un ipotetico abbinamento con un bambino. La domanda rimane “attiva” per 3 anni dalla data di presentazione. Per l’adozione internazionale invece la coppia verrà convocata a colloquio da un giudice onorario che poi porterà la relazione del colloquio e quella dei servizi in Camera di Consiglio e verrà emesso un decreto di idoneità o non idoneità dei genitori per l’adozione internazionale. Il decreto ha una durata di 364 giorni dalla data di ritiro presso il Tribunale dei Minori e la coppia entro questo tempo deve dare mandato ad un Ente accreditato per l’adozione internazionale al fine di procedere ad un abbinamento con un bimbo proveniente da un paese straniero.
Per un approfondimento si può visitare il sito della commissione adozioni commissioneadozioni.it
Quali sono invece gli aspetti emotivi da tenere in considerazione quando si decide di adottare?
Sicuramente bisogna tener presente che l’adozione non è “per tutti“: è un cammino lungo e per certi aspetti “provante”. I servizi territoriali durante la valutazione entrano a fondo nelle motivazioni che portano una coppia ad adottare, valutano attentamente la dinamica di coppia, innescando come è successo a noi, un po’ forzatamente, delle domande molto invasive e personali per monitorare le reazioni della coppia. Bisogna sicuramente essere preparati a lunghe attese dove la motivazione e la stabilità di coppia devono rimanere sempre positive. Noi ricordiamo il nostro percorso come faticoso ma anche molto positivo per la crescita della nostra coppia.
Quali sono difficoltà che si incontrano durante il percorso?
Diciamo che sono come già citato sopra principalmente le lunghe attese e i tempi “morti”. Si rischia di cadere un po’ nello sconforto di non essere ritenuti idonei, di non avere una buona relazione ecc ecc. Per la nostra esperienza il tempo che rimane apparentemente vuoto è invece utile per approfondire la tematica attraverso la frequenza di gruppi di mutuo aiuto o attraverso libri sull’adozione: è necessario continuare a tenere viva la conoscenza e la materia adozione per arrivare preparati una volta che si viene abbinati ad un bambino. Mi sento infine di dire che la difficoltà principale per l’adozione internazionale è quella relativa alla scelta dell’ente accreditato a cui dare mandato (dare praticamente la fiducia totale) per trovare un abbinamento con un bambino. Come in tutte le realtà ci sono enti che lavorano con coscienza e bene mentre altri meno.
Com’è cambiata la vostra famiglia dopo l’arrivo di Edoardo?
La nostra vita è stata stravolta nel giro di 4 giorni, tanto è stato il tempo che abbiamo attesa dalla prima chiamata a colloquio con il Tribunale di Minori al giorno in cui ci hanno detto che saremmo diventati genitori. Sappiamo di essere stati molto molto fortunati. Edoardo è arrivato a due mesi di vita per cui ci siamo sentiti genitori dal primo istante in cui l’abbiamo visto in ospedale. in questo primo anno abbiamo continuato i colloqui di monitoraggio con i servizi territoriali come da prassi dove di fatto si accerta che il bambino abbia creato un legame affettivo con i genitori e viceversa.
Come pensate di affrontare l’argomento adozione con Edoardo, quando sarà più grande?
Da quando Edoardo è entrato nella nostra vita, noi abbiamo iniziato a parlargli della sua mamma biologica o “mamma della pancia”. Si deve iniziare subito anche se Edo nello specifico aveva solo due mesi. Raccontare a voce alta che esiste un’altra mamma aiuta i genitori a “digerire” meglio questo argomento e ad essere preparati quando invece il bambino farà tutte le domande sulla sua storia. Noi abbiamo preparato due storie rispetto alla vita di Edoardo; la prima è una favola nella quale abbiamo raccontato la sua storia attraverso gli animali, la seconda invece è la storia di come è nata la nostra famiglia partendo dalla realtà quindi dal giorno in cui io e Marco abbiamo fatto domanda di adozione (26.10.2016). Le storie e i libri sono sicuramente un ottimo strumento per affrontare la tematica adottiva, sia dal punto di vista dei genitori ma soprattutto per parlare della storia personale dei figli adottati.
Quali consigli daresti ad una coppia che decide di intraprendere questo percorso?
Consiglierei di fare dei colloqui conoscitivi con qualche ente accreditato (di solito sono gratuiti) perché anche se troveranno coppie che hanno già l’idoneità, si riesce a cogliere bene la realtà adottiva. Consiglierei un atteggiamento positivo, costruttivo e aperto alla critica durante la valutazione dei servizi.
Infine direi che la parte del percorso adottivo più semplice è quella del percorso fino all’abbinamento. Il bello e il difficile vengono una volta che si diventa davvero Famiglia.

Come confermato anche da Silvia, i libri possono essere un valido aiuto per affrontare temi complessi come quello dell’adozione.
A tal proposito mi sento di consigliare un libro uscito da poco “Il giorno del tuo arrivo” scritto da Dolores Brown e illustrato da Reza Dalvant, edito da NubeOcho.

Questo albo illustrato si focalizza sull’emozione del primo incontro e con parole molto semplici dà voce ai pensieri dei genitori adottivi. L’attesa è lunga e si naviga nell’incertezza: non esistono date precise, si vive ogni giorno con la speranza nel cuore. Tutto può cambiare nel giro di un attimo e si diventa mamma e papà nel giro di poco, facendosi travolgere da un turbinio di sensazioni inspiegabili di felicità mista a paura. Chissà che gusti avrai, come saranno i tuoi occhi, quanti anni avrai, quale sarà il tuo temperamento. Un milione di domande e il pensiero fisso a quel momento, quando finalmente “hai fatto capolino nelle nostre vite”.
E’ un testo che si rivolge ai bambini a partire dai tre anni, sottolineando gli aspetti positivi dell’esperienza adottiva, perché alla fine è giusto così: una mamma “di pancia” quando parla al proprio bimbo della sua nascita racconta solo la felicità provata, non si sofferma certo sui dolori provati durante il parto!
Le illustrazioni sono semplicemente meravigliose, le tavole si riempiono di colore man mano che si va avanti con la storia, fino ad arrivare ad un’esplosione vera e propria che rappresenta l’estrema gioia di essere diventati una vera famiglia.
Un libro che vi consiglio con tutto il cuore!
Potete acquistarlo qui.