Marocco, parte II – Fez, Rabat e Marrakech

Ciao amiciii, eravamo in viaggio verso Fez, ricordate?È il nostro quarto giorno in Marocco; dopo essere atterrati a Marrakech e averci passato la prima notte, aver visitato Casablanca e trascorso un pomeriggio a Meknes, eccoci quasi giunti a Fez.

Entriamo nella Medina e veniamo fermati quasi subito per parcheggiare; all’interno non possono circolare le macchine perché questa affascinante parte antica della città è un labirinto di stradine e vicoletti dove ci si perde tra le innumerevoli botteghe di artigiani. È un gigantesco mercato che dalla tarda mattina fino a sera ti stupisce con i suoi colori e profumi.

I prodotti tipici sono gli articoli in pelle e cuoio, tra cui borse e zaini dai mille colori, le babouches marocchine, le tipiche ciabatte a punta, i tappeti, la mia passione, le ceramiche, dalle svariate fantasie, le lanterne, dalle leggerissime in alluminio alle pesanti in ferro con inserti in vetro colorato, e gli oggetti lavorati a mano in ottone, ferro, argento e rame, tra cui le famose teiere, accompagnate da bicchierini e vassoi.  Questo è stato l’acquisto più complicato e sono veramente felice di aver portato a casa questo pezzo di antichità, rigorosamente usato, che mi potrà far rivivere la magica atmosfera marocchina.

E ad eccezione del tappeto, per le dimensioni e il peso, ho praticamente comprato ognuno di questi caratteristici e bellissimi prodotti. Anche perché una cosa che adoro fare è negoziare e il Marocco è il posto migliore per mettere alla prova le proprie capacità di commerciante. E direi che io sono proprio molto brava. Ai poveri artigiani quindi, stremati dalla mia pazienza e determinazione, non restava che cedere alle mie offerte assurde! E a queste si è arreso anche il proprietario del negozio di abiti tradizionali, dove io e Mariella abbiamo passato circa due ore provandone tantissimi, uno più singolare dell’altro. Li avrei comprati tutti ma mi sono limitata a due non sapendo dove poterli usare. Beh: uno l’ho messo a carnevale, per l’altro, più sofisticato ed impegnativo, sto ancora aspettando un’occasione speciale!

Ovviamente non manca il settore alimentare ma gli odori delle spezie non sono così forti come in altri paesi che ho visitato; nelle pietanze c’è quasi sempre il curry giallo e la maggior parte sono abbastanza piccanti, ma non eccessivamente. Se ti accontenti di mangiare per strada ci sono dei banconi pieni di olive di vario tipo che messe nel loro pane sono un’ottima soluzione per il pranzo. Nei tre giorni di permanenza a Fez non abbiamo fatto altro che perderci per le viuzze, dove non ci sono solo botteghe ma tanti luoghi sacri e le affascinanti porte della Medina, quella blu la più famosa. Non è possibile entrare nelle moschee ma chiedo la cortesia ad un fedele di fare delle foto per me: che posto incredibile!

Dopo esserci riuniti, decidiamo tutti insieme di andare alla più antica conceria del paese, la Chouara, per ammirare le enormi vasche di pietra piene di pigmento e le pelli stese. Si deve salire sulle terrazze di uno dei negozi che te ne da la possibilità, in cambio di una possibile vendita o di un piccolo contributo. Dalle foto viste sul web immaginavo dei colori più vivi ma forse l’odore esageratamente forte, leggermente alleviato da un ramoscello di menta datoci all’entrata, mi ha annebbiato la vista!

È il nostro ultimo pomeriggio e decidiamo di uscire dalle mura per andare a visitare il vicino Jardin Jnane Sbil, dove c’è un piccolo laghetto, pieno di paperette, in cui si riflettono gli alberi. È una vista molto rilassante! Non è un grande giardino ma forse il contatto con la natura, dopo 3 giorni di full immersion tra i vicoletti, te lo fa apprezzare di più.

Dopo una ricchissima e deliziosa colazione siamo costretti a salutare questo posto straordinario, che metto al primo posto tra tutti i luoghi visitati in Marocco. Siamo diretti alla capitale politica del paese, Rabat, dove resteremo solo un giorno. Alloggiamo nella confinante città di Salé, divisa da Rabat dal fiume Bou Regreg che sfocia nell’oceano, visibile dalla nostra terrazza e raggiungibile in una decina di minuti. Eccitati dal primo impatto del posto, posiamo subito i bagagli e facciamo un giro nelle vicinanze; ci incamminiamo sul lungomare e raggiungiamo le barchette che ci porteranno al di là del fiume, a pochi passi dall’entrata della Medina.

Qui si respira un’aria diversa rispetto a Fez; le strade sono più larghe, le botteghe  più grandi, con degli imponenti portoni in legno tutto intarsiato, e tutto sembra essere più organizzato e tranquillo. Si fa sera e la stanchezza si fa sentire. Domani già ripartiamo e del resto della città riusciamo a vedere poco e niente. Siamo ansiosi di arrivare a Marrakech, dove invece il primo impatto è meno positivo. Restiamo intrappolati con la macchina nella via principale della Medina che non sembra avere via d’uscita. Siamo nel mezzo del mercato e tutti ci guardano un po’ straniti ma con qualche suggerimento capiamo dove parcheggiare e riusciamo ad arrivare a piedi al nostro Riad che si trova in un vicoletto vicinissimo alla piazza principale.

Questo è il terzo in cui veniamo ospitati e sinceramente non saprei dirvi quale sia stato il più bello. Il Riad, parola che deriva dal plurale arabo “giardino”, è l’abitazione tradizionale urbana del Marocco, composta da un insieme di stanze, spesso strutturate su più piani, divise da un cortile interno, dove ci sono piante e a volte fontane ornamentali. Le ceramiche, l’arredamento e le decorazioni sono estremamente caratteristiche ed originali ed è un vero peccato poterci passare così poco tempo per dover andare alla scoperta di ciò che c’è fuori!

E dalla tranquillità della nostra dimora, in meno di cinquanta metri ci ritroviamo immersi tra le bancarelle. E anche qui ce ne sono tantissime! Rispetto a Fez, ci sono meno manufatti in pelle e prodotti in ferro e ottone ma potrete sbizzarrirvi ad acquistare delle pashmine, scegliendo tra le mille fantasie, perdervi tra le ceramiche o sognare tra le luci delle tante lanterne che la sera rendono straordinaria la piazza di Jemaa El Fna, il cuore pulsante della città, ritrovo di artisti di strada, cantastorie, incantatori di serpenti, scimmiette pronte a salirti addosso per una foto e tanto altro che possa attirare l’attenzione dei turisti. Ci sono ristoranti e bar rinomati ma è possibile, con pochissimi euro, cenare in uno degli innumerevoli banchetti che vengono allestiti per mangiare. Di giorno invece puoi gustarsi un succo fresco in uno dei camioncini ambulanti che insieme ai “carrettini-taxi” invadono la piazza.

Ne contratto uno per farci fare un giro perlustrativo fuori dalle mura; Marrakech è grande e abbastanza trafficata quindi non riusciamo a vedere tantissimo ma ne è valsa comunque la pena. Riusciamo invece a goderci appieno il tour organizzato su una 4×4 che ci porta fino alla Valle di Ourika, con sosta al lago Lalla Takerkoust. Lo scenario è magnifico quindi non ci resta che scattare qualche foto!

Proseguiamo per la valle e restiamo incantati dal paesaggio che ci circonda, ben diverso dai souk e lontano dalla confusione. Si ha una sensazione di pace ed è un mix di natura; dal lago alle montagne ancora innevate, dal verde dei possenti alberi alla trasparente acqua dei torrenti, la terra è rossa e le abitazioni sono piccoli agglomerati di case dispersi nel nulla, da cui sempre ergono le torri delle moschee.

Arriviamo a destinazione e adesso dobbiamo fare un po’ di trekking. Ci sono sette cascate ma noi riusciamo a vederne solo le prime tre; non è un sentiero molto complicato e quest’aria di montagna ci fa decisamente bene e ci mette appetito. Ed ecco la cosa più singolare di questa località, che consiglio di visitare: tantissimi ristorantini che, lungo tutto il fiume, hanno posizionato tavolini e sedie coloratissime. L’effetto è veramente originale!

È ora di tornare verso casa ma dobbiamo ancora fare il tipico giro sul cammello che tanto piace ai turisti, un po’ meno a me, ma dobbiamo accontentare tutti! Ma devo dire che le foto con tunica e turbante su questi simpatici animali fanno sempre un certo effetto.

E anche questa avventura amici miei è giunta al termine. Che dire?Andate a scoprire il fascino di questa seducente terra chiamata Marocco perché non ve ne pentirete! 

5 Comments

  1. Bell’articolo! Mi hai fatto vivere l’atmosfera del Marocco nonostante ancora non ci sia mai stato. Senza dubbio terrò a mente le tue indicazioni qnd finalmente riuscirò a raggiungere questa terra meravigliosa!

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